San Clemente a Casauria

San Clemente a Casauria

Una descrizione accurata della abbazia di S. Clemente a Casauria si trova nella scheda apposita del MIBAC.

Testo di Gabriele D’Annunzio
( Il Mattino – A. I, N. 15, 1892)

Per meglio gustare, nella sua globalità, la visione incantevole della facciata lasciamo qui la parola a G. d’Annunzio che nel quotidiano “IL MATTINO ” ce la descrive quando la contemplò la prima volta, in un vespro settembrino.

La fervida fantasia artistica del Poeta rialza le macerie, ricollega gli ornati, ricolloca i fregi nelle loro sedi primitive, e, ricomponendo idealmente l’intera opera qual era ai tempi di Leonate, riesce a cogliere il ritmo segreto ” che, come spola, tesseva l’ordito tra “le grandi masse ” e i ” piccoli ornati “.

Più di dieci anni fa, nell’adolescenza lontana, vidi per la prima volta l’Abbazia di San Clemente a Casauria. Mi parve, al primo sguardo, una rovina. Tutto il suolo interno era ingombro di macerie e di sterpi; frammenti di pietra scolpita erano ammucchiati contro i pilastri; da tutte le fenditure pendevano erbe selvagge…; le porte cadevano. E una compagnia di pellegrini meriggiava nell’atrio bestialmente, sotto il nobilissimo portico eretto dal magnifico Leonate.

Ma quei tre archi, intatti, sorgevano di su i capitelli diversi con una eleganza così altera e il sole di settembre dava a quella dolce pietra bionda un’apparenza così preziosa che io sentii subitamente d’essere al cospetto d’una sovrana bellezza. Infatti, come più la mia contemplazione diveniva attenta, l’armonia composta da quelle linee diveniva più chiara e più pura; e a poco a poco da quel non mai veduto accordo audace d’archi a tutto sesto, d’archi acuti e d’archi a ferro di cavallo e da quelle sagome e da quei fregi variissimi degli archivolti dai rombi, dalle losanghe, dalle palme,. dalle rosette ricorrenti, dai fogliami sinuosi, dai mostri simbolici, da tutte le particolarità dell’opera, andavasi rivelando per gli occhi al mio spirito l’unica assoluta legge ritmica che le grandi masse e i piccoli ornati concordemente seguivano E la segreta forza di quel ritmo era tale che riusciva infine a vincere tutte le discordanze circostanti e a darmi la visione fantastica della intera opera quale era sorta nel sec. XII, per l’alta volontà dell’Abate Leonate, in un’isola fertile abbracciata e nutrita dal fiume possente.

Portai meco quella visione allontanandomi…

Cronigramma

Sitografia

Chronicon Casauriense L. A. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, 1726, II 2, pp.776-916
Il Chronicon Causariense è la cronaca del monastero abruzzese di S. Clemente di Casauria. Esso è opera del monaco Giovanni di Berardo, vissuto probabilmente fino agli inizi del secolo XIII. L’opera è dedicata all’abate Leonardo da parte del confratello Giovanni (e di un continuatore, Rustico) ; essa abbraccia gli anni 866-1182. L’autore verga una cronaca roborata, cioè contenente la trascrizione di documenti relativi alla storia del cenobio (oltre duemila). La cronaca dimostra una forte ostilità verso i Normanni, che è dovuta al loro atteggiamento aggressivo verso i possedimenti del monastero; l’atteggiamento ostile sembra sfumarsi verso la fine della narrazione, forse un riverbero del periodo di pace vissuto dal regno sotto Guglielmo II. [fonte]

Il Chronicon Casauriense è conservato attualmente nella Biblioteca Nazionale di Parigi (codice manoscritto 5411): fu sottratto ai re aragonesi di Napoli, dov’era pervenuto all’inizio del secolo XV, da Carlo VIII in occasione della spedizione in Italia nel 1494. La biblioteca di Francia ha recentemente messo on line la versione del Chronicon Causariense in suo possesso a questo link http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b84526553

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