Comune della Majella orientale.
Trend popolazione dal 1861
Elaborazioni su dati ISTAT delle statistiche demografiche di Taranta Peligna.
Andamento demografico | Piramide delle età | Censimenti popolazione |
Età scolastica | Struttura popolazione | Cittadini stranieri |
Altri dati
Popolazione: 341
Altitudine s.l.m.: m. 460
Densità per Kmq: 15,57
Superficie: 21,9 Kmq
Codice Istat: 069089
Classificazione rischi sismici: 1
Abitanti: tarantolesi
Storico elezioni comunali
Cenni storici
Santo Patrono: Sant’Ubaldo
Festa patronale: lunedì dopo la terza domenica di maggio
… il Santo Patrono del paese è San Ubaldo vescovo di Gubbio, culto importatovi nel Cinquecento dalla famiglia dei Marchesi Malvezzi di Bologna, imparentati con i Medici di Firenze, ma soprattutto con i Montefeltro di Urbino, e che vi impiantarono una fiorente lavorazione di panni-lana e delle celebri coperte che ancora vi si producono (cfr Maria Concetta Nicolai, Un Santo per ogni campanile, Il culto dei Santi Patroni in Abruzzo, Volume III, pag. 341)
Etimologia del nome: Il tema tar- potrebbe essere collegato con uno degli antichi nomi della Majella, ossia quel *Tarinum che doveva indicare la parte centrale del massiccio, cioè Monte Amaro e i suoi versanti. Per spiegare questi due nomi ricorro in via ipotetica alla radice PIE *deru- ‘albero, foresta’, ricordando che la Maiella doveva essere molto più boscata di oggi prima del suo sfruttamento per la pratica pastorale. (fonte)
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Da vedere e conoscere
Chiese e altri edifici religiosi
- Santuario Madonna della Valle, in origine fu una cappelletta aperta al pubblico di proprietà della famiglia de Simeonibus. Successivamente una chiesetta che nel 1589 risultava danneggiata dall’umidità. Nel 1706 fu l’unica costruzione che restò indenne dal terremoto. Al primo Ottocento risale, con i dovuti rifacimenti, la chiesa attuale elevata a Santuario diocesano nel 1991.
- Chiesa di San Nicola di Bari, su una rupe, quella dell’antico castello di Taranta che precipita sul fiume Aventino. Le origini sono antecedenti al 1300. Nella metà del XVIII secolo fu ricostruita daccapo sopra l’area del castello, a causa dei danni del terremoto della Majella del 1706.
- Chiesa della Santissima Trinità, del XVI secolo, si trova in via Roma. Nel 1811 vengono realizzate delle decorazioni dell’edificio di culto.
- Chiesa della Madonna del Carmine, costruita nell’Ottocento, ma rifatta ampiamente nel Novecento, si eleva sulla roccia granitica della Rocchetta.
- Chiesa di San Biagio (rovine), al centro del paese (piazzale San Biagio). La chiesa fu fatta saltare in aria dalle truppe naziste (primi del 1944) e venne lasciata in abbandono sino al 1965 quando, al rischio di un collasso, fu decisa la demolizione parziale. Dal 1933 fu deciso un restauro del tempio quasi totale.
Palazzi antichi – castelli
- Sacrario Militare della Brigata Maiella, su uno sperone roccioso proteso come un balcone sul paese. La cappelletta è dedicata ai 55 caduti della Brigata Majella, una formazione partigiana unica nel suo genere ad essere stata fregiata di medaglia d’oro al valor militare pur non essendo una formazione militare.
- Palazzo Malvezzi, sito accanto alla chiesa di San Nicola, fu ricostruito dopo il terremoto del 1706 dall’antico castello.
Luoghi storici – archeologici
- Valle di Taranta, è una grandiosa fenditura che incide profondamente per oltre sette chilometri il versante orientale della Majella. Ha origine alla Sella del Macellaro (2646 m), piccola depressione situata tra il monte Macellaro e la grotta Canosa. La valle offre un ambiente naturale che annovera fenomeni carsici, rarità botaniche e fauna particolare. Vi si aprono numerose cavità come la grotta dell’Asino, del Bove e la grotta turistica del Cavallone, raggiungibile con un impianto funiviario.
- La grotta del Cavallone si apre sullo strapiombo della parete rocciosa posta sul lato sinistro della Valle di Taranta a quota 1475 e si sviluppa per oltre 1400 metri. Ricca di formazioni concrezionali, offre visioni di grande suggestione. Dalla base l’apertura è simile ad un grosso nido di volatili; in realtà colpisce la grandiosità e l’imponenza dell’imbocco sulla fantastica parete. La grotta è costituita da una serie di condotti e di sale concrezionate, attrezzate per la visita turistica per circa 800 metri, la cui toponomastica è in gran parte regolata su personaggi della tragedia dannunziana La figlia di Iorio e da similitudini più o meno felici. È detta anche Grotta della figlia di Iorio in quanto Francesco Paolo Michetti, trasse ispirazione dall’antro d’ingresso per la scenografia del secondo atto della tragedia dannunziana che venne messa in scena al Teatro lirico di Milano il 4 marzo 1904.
- Grotta Canosa, un riparo sotto roccia a quota 2604, tra la valle di Femmina Morta e la valle Cannella, ben visibile da lontano e punto di convergenza di alcuni itinerari per il monte Amaro.
- Le Acquevive, sorgenti naturali poste ai piedi del paese di Taranta Peligna.
Feste ed attività culturali
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Altre info
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