Il profilo suggestivo del “Gigante che dorme” si tinge di colori magici al tramonto.
Il viaggiatore che arriva in Abruzzo, da qualunque direzione, non può fare a meno di notare le due splendide “cattedrali” naturali del Gran Sasso (a nord) e della Maiella (a sud). Due montagne che si ergono maestose non lontano dal mare, molto diverse tra loro. La Maiella è montagna giovane, dalle linee arrotondate e orizzontali, dai declivi verdi e dolci; il Gran Sasso è montagna antica, dalle linee ruvide e spigolose, rocciose e verticali, amate dagli alpinisti.
La leggenda sul Gran Sasso
C’è una leggenda su queste montagne che, da sempre, occupano un posto particolare nell’immaginario delle genti d’Abruzzo. La storia racconta che Maia, la dea greco-romana della Terra, venne qui alla ricerca di un fiore per guarire il suo figlio Ermes malato, ma la montagna, ricca di erbe medicamentose, era purtroppo coperta dalla neve così ogni suo tentativo di ricerca fu inutile. Ermes morì. Sconvolta dal dolore, Maia lo seppellì sul Gran Sasso, dove ancora oggi, chiunque osservi da levante, può riconoscere nel profilo della catena montuosa il “Gigante che dorme”. La dea morì nel dolore per la sua perdita e riapparve sotto forma delle montagne arrotondate che compongono la catena della Maiella.
Ancora oggi in tanti, suggestionati dalla leggenda, vedono nel gigantesco profilo del Gran Sasso l’impronta lasciata dalla dea Maia durante la sua drammatica fuga e la sua permanenza sulla montagna. Chiunque osservi l’imponente e suggestiva catena montuosa dalla zona teramana può riconoscere nel profilo orizzontale un “Gigante che dorme”. Lo stesso massiccio del Gran Sasso, visto dalla costa pescarese, si trasforma in una leggiadra fanciulla supina, nota come “la bella addormentata”. “Gigante di pietra” o della “bella dormiente” sono due facce di un mito affascinante e di una realtà straordinaria.
Le cime del Gran Sasso
Le cime maggiori si trovano nella sottocatena settentrionale: il Corno Grande – che consta di quattro vette principali: quella orientale (2903 m), la centrale (2893 m) il torrione cambi (2875 m) e la maggiore, quella occidentale (2912 m) – e il Corno Piccolo (2655 m). Incastonato dentro una conca e protetto dalle quattro vette che costituiscono il Corno Grande si trova il Ghiacciaio del Calderone, il ghiacciaio più meridionale d’Europa.
Il Corno Grande (2912 m s.l.m.) è la cima più elevata del massiccio montuoso del Gran Sasso d’Italia e degli Appennini continentali, situato a sud del Corno Piccolo, da cui è separato dal Vallone delle Cornacchie. Al suo interno è stata istituita la Riserva Naturale del Corno Grande di Pietracamela.
Link utili
Il Gran Sasso fa parte del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, al cui sito si rimanda per notizie più dettagliate. Cartina del parco.
Tanti itinerari, anche per salire sulla cima del monte, si trovano anche su gransasso.com. Per salire sulla cima del Corno Grande sono consigliabili gli itinerari dall’albergo Campo imperatore (it. n. 54) e da Prati di Tivo (it. 44).
Per gli appassionati allenati molto suggestivo è il sentiero del Centenario, inaugurato nel 1974 dal CAI di L’Aquila. È una traversata lunga e impegnativa riservata ad escursionisti esperti, un percorso che ogni appassionato del Gran Sasso prima o poi vuole e deve affrontare ma che non va assolutamente sottovalutato.
Rifugio Franchetti. Il Franchetti è un rifugio d’alta montagna raggiungibile solo a piedi con almeno un’ora di cammino in estate, di più in inverno.Importante punto di appoggio per le vie normali e le ferrate che salgono ai “Due Corni”. Situato in un punto centrale per la via di roccia del Corno Grande sia partendo da Campo Imperatore, sia partendo da Prati di Tivo. Dal rifugio si raggiunge in 40 minuti di sentiero quel che resta del piccolo Ghiacciaio del Calderone, ultimo residuo di antiche ere glaciali.
Sulla presenza dell’uomo preistorico nel comprensorio del Gran Sasso cfr l’articolo di Giancarlo Guzzardi.