Per ridurre gli effetti del terremoto, l’azione dello Stato si è concentrata sulla classificazione del territorio, in base all’intensità e frequenza dei terremoti del passato, e sull’applicazione di speciali norme per le costruzioni nelle zone classificate sismiche.
Sino al 2003 il territorio nazionale era classificato in tre categorie sismiche a diversa severità; circa il 40% del territorio non era classificato. Nel 2003 sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo (pubblicata su GU 105/03). Tutti gli enti territoriali sono classificati in 4 zone:
- Zona 1 – E’ la zona più pericolosa. La probabilità che capiti un forte terremoto è alta
- Zona 2 – In questa zona forti terremoti sono possibili
- Zona 3 – In questa zona i forti terremoti sono meno probabili rispetto alla zona 1 e 2
- Zona 4 – E’ la zona meno pericolosa: la probabilità che capiti un terremoto è molto bassa
Mappa di tutta l’Italia [Per approfondimenti]
Classificazione sismica Abruzzo: sono presenti solo le prime 3 zone; manca la zona 4, la meno pericolosa (normativa e mappe).
