Alberi monumentali in Abruzzo

Le piante secolari possono essere considerati tra gli esseri viventi i più antichi del mondo. Ci sono tanti alberi monumentali in Abruzzo, in luoghi e ambienti diversi.

Per pianta o albero monumentale si intende un soggetto vegetale di particolare valore paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale, in genere ufficialmente repertoriato per alcune sue particolarità.

Tra i requisiti che vengono presi in considerazione per definire monumentale un albero possono esser citati (guida tecnica censimento alberi monumentali):

  • dimensioni: la pianta deve avere dimensioni molto grandi per la specie oppure maggiori rispetto agli altri individui della stessa specie presenti nell’area esaminata;
  • longevità: in qualche caso, piante vecchissime possono non raggiungere dimensioni eccezionali; se si riesce a sapere o capire che una pianta è molto longeva, essa va considerata monumentale;
  • requisiti storici: sono da considerare monumentali tutte le piante legate ad un evento storico rilevante;
  • rarità: una pianta, o un gruppo di piante, molto rare in generale oppure in un certo territorio, hanno un grande valore biologico;
  • requisiti paesaggistici e storico-architettonici (complessi monumentali): sono interessanti tutte le piante che hanno rilievo nel paesaggio e nelle aree importanti sotto il profilo storico e architettonico; anche complessi di piante, che prese singolarmente non sarebbero molto interessanti, possono avere valore monumentale (per esempio, le siepi dei giardini storici).

Gli alberi monumentali sono stati indicati nel tempo con varie denominazioni: patriarchi vegetali, grandi alberi, piante secolari, decani vegetali, monumenti naturali, eppure la loro tutela da un punto di vista legislativo è materia recente.

Il riconoscimento legislativo dei patriarchi vegetali indica un cambio di approccio sulle piante: non più antropocentrico ma ecocentrico.  Viene sancito il principio di responsabilità dell’uomo di fronte alla natura, si dà alle piante monumentali un valore d’esistenza, un valore intrinseco di diversità biologica, storico e culturale.

Percorso legislativo

In Abruzzo il tema della tutela delle piante è stato affrontato già dagli anni ’70, ma è con la legge quadro L.R. 38/1996 che ha trovato una cornice formale. La legge quadro sulle aree protette per l’Appennino Parco d’Europa, all’art. 25 prevede la classificazione di “esemplari vetusti di piante – monumenti naturali sottoposti a vincolo per la loro tutela e conservazione”.  Nel 1999 la Giunta regionale d’Abruzzo ha affidato l’incarico per il censimento di “Grandi alberi e monumenti naturali d’Abruzzo” alla cooperativa Cogecstre (Pescara).

Il lavoro si è concluso con la pubblicazione del libro “Alberi Monumentali d’Abruzzo” (Artese, 2012), che riporta in appendice l’elenco delle piante tutelate con il Decreto 72/2012.

In base a tale ricerca sono state censite 49 specie botaniche, comprese quelle considerate minori dalla letteratura forestale perché poco longeve o con aspetti modesti, in quanto la pianta che supera le fasi di mortalità tipiche della sua specie diventa a tutti gli effetti una pianta vetusta. Sono state rilevate ad esempio tamerici, betulle, sorbi, ginepri, mandorli, sambuchi e anche specie esotiche come il bellissimo glicine di via Milano a Pescara.

 L’elenco di 363 alberi monumentali in Abruzzo tutelati con il Decreto 72/2012 è stato riesaminato e ridimensionato a 73 dal CFS per l’adempimento alle nuove disposizioni della L. 10/2013 che, appunto, nell’art. 7 detta disposizioni per la salvaguardia delle piante monumentali. Con questa legge finalmente l’Italia si dota di una normativa univoca e formula una definizione uniforme di albero monumentale per tutto il territorio nazionale con le relative sanzioni. In seguito sono stati pubblicati gli elenchi ufficiali nazionali (20142020) e anche una mappa interattiva google maps.

Principali alberi monumentali in Abruzzo

Caterina Artese, direttrice dell’Orto Botanico di Penne, nella nota tecnica  Alberi monumentali d’abruzzo: dalla conoscenza alla tutela descrive i principali alberi monumentali d’Abruzzo.

Alberi monumentali in Abruzzo
Piantone di Nardò

La pianta più grande d’Abruzzo per le dimensioni del fusto è il Piantone di Nardò, un castagno di 12,03 m di circonferenza, situato in località Morrice, nel comune di Valle Castellana (Te). Seguono l’olivo di Capestrano con 10 m e un faggio di 8,60 m, situato nel comune di Barrea (Aq), chiamato Matusalemme.

Tra le altre piante di notevole e spettacolare dimensione ricordiamo il faggio del Pontone (Ø 2,69 m) nel comune di Villetta Barrea (Aq), l’olivo di Roseto (Ø 2,46 m) nel comune di Roseto (Te), il pioppo bianco del ristorante Baco da Seta (Ø 2,38) nella città dell’Aquila e l’Acerone di Lama Bianca (Ø 2 m), nel comune di Isola del Gran Sasso (Te).

Le piante più alte d’Abruzzo sono state individuate nei boschi vetusti: il Bosco Vadillo (Te), l’Abetina di Cortino (Te) e il Bosco della Difesa di Pescasseroli (Aq), dove le piante di faggio o di abete bianco raggiungono altezze superiori ai 40 m. Altezze eccezionali le raggiungono anche: il pioppo nero di Villa Torlonia (Aq) di 38 m, il pioppo bianco del Baco da Seta (Aq) e l’acero di Monte Tranquillo (Aq) di 37 m, infine menzioniamo il fantastico cipresso di Lanciano (Ch) di 35 m di altezza.

 Le roverelle hanno altezze inferiori a 30 m tuttavia detengono il primato assoluto nella copertura a terra della chioma. Le più grandi: la roverella di Macchie nel comune di Castel Castagna (Te) con un diametro a terra di 32 m, la roverella di Villa Sbraccia con un diametro a terra di 31 m nel comune di Chieti, la Quercia di Zi Isidoro nel comune di Perano (Ch) e la Quercia della Regina (30 m) nel comune di Mosciano Sant’Angelo (Te), entrambe con un diametro a terra di circa 30 m.

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